giovedì 20 dicembre 2012

The Blair Witch Project - Tratto da una storia vera..no, giuro, davvero...credetemi!

E io arrivo dopo lo sparo. Questo lo sapevamo tutti, ma a saperlo prima ne sarei rimasta volentieri all'oscuro di questo orrifico film e, invece, tutti a dire: Ma no, ma è un classico...Lo devi vedere per forza...Ha creato un nuovo tipo di ripresa...bla bla bla... e io, che sono facilmente plagiabile, alla fine me lo sono andata a vedere.

Mannaggia a me. Mannaggia.

Probabilmente tutti voi avete visto questo masterpiece di cinema horror girato in modalità documentario, uscito nell'anno 1999, e saprete anche di cosa tratta. Io no.
Nonostante sia una grande ventilatrice (fan) degli horror, questa chicca non l'avevo mai vista. 
Semplicemente perché annusavo la fregatura e/o non mi aveva mai ispirato neanche la visione involontaria. Roba che se passava in televisione preferivo cambiare canale e vedermi un episodio di Tre Cuori in Affitto
E non sbagliavo mica.

State a sentire a me. Questo film è un'enorme baggianata.
E va bene che ho la soglia dell'orrore alta ma qua si parla di 86 minuti di noia piena, di cui 60 minuti di buio pesto.
Frutto di pubblicità ingannevole, lo si spacciava per una storia vera, non è né horror psicologico né horror soprannaturale...è solo pellicola sprecata. Punto. 

La storia inizia con un avvertimento. Quello che state per vedere è totalmente vero. Testuali parole:
Nell'ottobre del 1994 tre studenti videoamatori sono scomparsi nel bosco di Burkittsville nel Maryland mentre giravano un documentario. Un anno dopo fu ritrovato il loro filmato.

 Paura eh?

Appare subito la tipa protagonista (non ho neanche voglia di ricordare il suo nome) che in tutta simpatia ci informa della sua decisione di partire per boschi, nello specifico vuole esplorare il bosco della strega di blair, alla ricerca di materiale sugli strani eventi che si sono svolti lì. 
Non sapremo mai come le sia saltata in mente questa splendida idea ma sapremo che si è preparata all'escursione tramite la lettura di un libro: Come sopravvivere tra i boschi. Il quale, evidentemente, non ha dato i suoi frutti. Anche perchè a questi 3 più che una preparazione su mappe, bussole o basilari nozioni di sopravvivenza, gli interessa solo di avere abbastanza batteria per le telecamere...e sfido io, altrimenti niente film..

Lo sceneggiatore di questo film 
nel momento del concepimento della trama.

Oltre alla logorroica protagonista (vi sfido a trovare un pezzo di film in cui non parla, commenta o grida) ci sono due baldi giovini: un simpaticone, che non fa ridere neanche i polli, e uno smidollato, che secondo me non voleva proprio andarci a fare questo viaggetto e dal momento che all'inizio del film si va anche a presentare con la logorroica suppongo che non siano neanche amici quindi non riesco proprio a capire come l'abbiano convinto...ah, sì, lo smidollato è quello che porterà le batterie per le telecamere...doveva esserci per forza...fossi stata in loro, minimo minimo, mi portavo dietro Bear Grills o uno dei suoi cameraman mica quello...ma de gustibus non disputandum est.

E' stato molto difficile trovare un'immagine
 in cui non facesse qualcosa di schifoso.
Anche se sei er mejo, niente gif per te Bear.

Conosciuti i nostri protagonisti, scopriremo che la storia della strega di Blair è quella di una donna bandita nel bosco in pieno inverno perchè accusata di stregoneria che come vendetta l'anno dopo uccide i bambini che l'avevano accusata. Cioè, una cosa anche abbastanza cruenta ma poi, dal momento che di ogni legenda ognuno ha la sua versione, i 3 Caballeros, iniziano le interviste per chiedere conferma sulla veridicità della storia e tutti a dire che ci credono alla storia sulla strega, e se non ci credono alla legenda comunque non si fidano di andare nei boschi, e che non ci credono e basta vengono sbeffeggiati. 
La storia portante è quella raccontata da un vecchino, poco convinto, il quale narra un fatto di cronaca in cui un malato di mente ha rapito e ucciso dei bambini. Altra svolta c'è quando conoscono una vecchia matta (matta è la parola chiave). Questa gli racconta che da piccola si era inoltrata nei boschi e aveva avuto un incontro con una donna con le braccia e le mani ricoperte di capelli. Non le aveva fatto nulla di male ma l'aveva guardata e da brava pervertita le aveva mostrato che anche il resto del corpo era ricoperto da peli...che questa fosse solo una nudista poco propensa alla cura del corpo non c'è dato saperlo. 
La mia preferita però è l'intervista fatta a due tipi che stanno pescando. Oltre alla loro impressionante somiglianza con Sampei e il suo nonnino, questi raccontano di sparizioni di bambini che vedono donne che sfluttuano nell'aria. Anche il nonnino racconta di aver visto del vapore nel bosco, poi alla fine di tutto si lascia sfuggire che non era ubriaco, quel giorno. Così per dare spessore e veridicità alla vicenda.

 La sentite la tensione che cresce???

Insomma, dopo tutto questo "materiale" finalmente i 3 provetti Steven Spielberg arrivano finalmente nel bosco. Che poi, secondo il mio modesto avviso, parcheggiare la macchina in un punto imprecisato del bosco  e partire all'avventura non aiuta sicuramente l'orientamento per il ritorno. Nonostante loro siano ignari, per me, è una condanna a morte firmata con lo sputo. 
Dapprima è tutto calmo e sono tutti tranquilli, dopotutto il bosco è piccolo e loro si sentono delle giovani marmotte, non fanno altro che riprendere scene suggestive di acqua che scorre, pietre che non si muovono e foglie attaccate agli alberi. Si fanno anche un sonnellino in tenda, tra allegria e battutine, senza sapere che già si sono persi.
Si svegliano riprendono un topo morto, si interrogano su come sia morto, e forse ispirati da cotanta riflessione si rendono conto della loro condizione attuale: si sono persi nel boschetto e...nessuno sa leggere la mappa.

La mia precisa reazione.

La logorroica, continua imperterrita a  raccontare storie sulla Strega e a riprendere rametti attaccati con altri rametti, segni strani fatti sul terreno con le pietre e diciamo che non si impegna neanche un poco a tenere vivo lo spirito goliardico del gruppo.
Tempo mezza giornata, si stanno tutti sulle palle. 
Arriva la notte e, mentre noi spettatori non vediamo un benemerito piffero, la strega di Blair (mai vista e mai la vedremo) attacca con rumori molesti la loro tenda. Non viene presa in considerazione l'autosuggestione neanche un momento, al massimo lo scherzo di qualcuno. 
Quando poi il simpaticone sparisce, probabilmente rapito dalla strega in un momento privato tra le fresche frasche, gli altri due vanno nel panico. Come galline senza testa continuano a correre a destra e a manca per il bosco. Solo durante la notte (ma va?! davvero?!) vengono attirati verso una casa abbandonata dal grido di aiuto del simpaticone senza sapere che quella sarà la loro fine.

6 semplici parole che riassumono il finale di questo scempio.

Adesso, io sono con voi, giovani registi, che volete sperimentare un nuovo stile di montaggio e ripresa o solo Dio sa che cosa, ma oltre alle cose tecniche ce la vogliamo mettere una benedettissima trama?! Ce li vogliamo mettere due effetti speciali?! Mica chiedo la luna.
Cioè, a me piace anche il fatto che questi se ne vadano ben benino, allegri allegri, a riprendersi in giro con la telecamera però, visto che c'è la telecamera, invece che contare quanti rami c'hanno in totale tutti gli alberi del bosco potevamo farla una ripresa al corpo peloso della strega...mi farebbe anche ridere ma almeno è qualcosa. 
Altrimenti, non spacciate un film da elementari per cult. Diciamo che è un esperimento. (Che poi abbia anche creato involontariamente l'ormai infinita serie di Paranormal Activity questo proprio non lo commento.)


Mi ha fatto provare un'orrore antico, brividi lungo la schiena, uguali uguali a quelli che avevo guardando la repliche di Dawson's Creek. Un Consiglio? Piuttosto che perder tempo dietro questo sbadiglio guardatevi un episodio di Halloween dei Simpsons, un episodio a caso, almeno ridete.

Voto?  1 strega pelosa su 10. 
Motto? Se fa paura agli americani, a me fa dormire.

4 commenti:

  1. Devo dire che anche io mi aspettavo qualcosa di chè, invece stavano a contare le pietre e le foglie, a dire "Che ci sia una strega?" e ad urlare come tre deficienti. Concordo.

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  2. Occuparsi di analisi e critica cinematografica non è un mestiere adatto a tutti, per farlo ci vuole una buona dose di talento e una profonda conoscenza del cinema sia a livello storico che tecnico didattico. Ora, fino a qualche anno fa (A.B.: avanti blog) il mestiere in questione era retaggio di selezionatissimi critici che sapevano fare il loro lavoro ma purtroppo con l'avvento dei blog tutto questo sistema se n'è andato allegramente a puttane permettendo a qualunque arrogante mente di salire in cattedra e di dire la sua e la cosa peggiore è che spesso digitando il titolo di un film su Google tra i primi 20 risultati ti imbatti spesso in queste inverosimili farneticazioni senza capo ne coda.
    Dovete però rendervi conto che dei critici accreditati non valete nemmeno un'unghia e che , parafrasando una frase di un gruppo piuttosto in voga adesso, non siete Lester Bangs, non siete Carlo Emilio Gadda e avete dei gusti di merda.
    Chiusa la prefazione entriamo nel vivo delle idiozie che ti sei permessa di scrivere.
    Tralasciando tutta l'ironia al vetriolo (e che vetriolo... -_-) fuori posto con la quale hai voluto impregnare l'intera cronaca del film, mi soffermo volentieri all'apice dell'idiozia che hai raggiunto con questo deliziosa perla:
    "Adesso, io sono con voi, giovani registi, che volete sperimentare un nuovo stile di montaggio e ripresa o solo Dio sa che cosa, ma oltre alle cose tecniche ce la vogliamo mettere una benedettissima trama?! Ce li vogliamo mettere due effetti speciali?! Mica chiedo la luna."
    Il buon critico di norma sa contestualizzare il film non solo nel periodo storico nel quale è nato ma contestualizza la pellicola anche nel luogo geografico e nell'ambiente nella quale si è sviluppato.
    The Blair Witch Project è un film del '99 ed è stato capostipite di un intero modo di vedere l'horror a partire dal fatto che prima di allora non era mai stato girato un film interamente in POV (tranne nella pornografia), aprendo le porte agli horror low-budget con produzioni indipendenti, non a caso il film ha ottenuto ottimi riscontri di critica ed è stato un successo ai botteghini, vincendo infine il Premio dei giovani come miglior film straniero al Festival di Cannes nel 1999 e l'Independent Spirit Awards del 2000 come miglior film d'esordio (senza fare troppa fatica tutte queste notizie te le beccavi pure su wikipedia se studiavi il compitino prima di inoltrarti in questa barbara e volgare critica). Lamentarsi del fatto che ci siano pochi effetti speciali in un film del genere (uscito nel '99, POV, indie e low-budget) è un po' come lamentarsi del fatto che Roma Città Aperta è in B/W e non a colori ossia è una lamentale idiota e fuori luogo (inoltre usare pochi effetti speciali per la costruzione del film è stata una scelta vincente permettendo alla storia di ispessirsi di veridicità), così come è una lamentela idiota e fuori luogo quella di non cogliere (in un film con tratti documentaristici e amateur) una trama consistente, è un po' come lamentarsi che ne I Vitelloni si perda spesso il filo della trama a favore di un "anti-trama" di un "anti-narrazione" (spero che tu sappia di cosa sto parlando data la tua millantata cultura cinematografica)...

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    1. non era mai stato girato cosa? hahahahaahah!

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  3. Certi film, certi classici cinematografici hanno bisogno di un occhio più attento e di una visione più ponderata per essere capiti figurati per essere criticati.
    Quindi ora lascia che un consiglio te lo dia io visto che tu i tuoi consigli non te li sei risparmiati: certi film, certi capolavori, certi casi cinematografici non solo non criticarli ma evita di guardarli perchè è evidente che non sei in grado di guardarli (la soglia alta dell'orrorifico non ti autorizza a scrivere certe dabbenaggini), evita di scrivere critiche in un blog perchè finchè i tuoi pensieri restano dentro la tua testa non li conosce nessuno ma nel momento che li condividi con il mondo il rischio di pestare enormi merde è sempre dietro l'angolo inoltre eviteresti a chi, come me, il cinema lo ama, enormi giramenti di coglioni. Guardati solo i filmoni blockbuster quelli facili facili, Twilight e le saghe dei vampiri, gli horror da multi-sala con Jessica Biel protagonista indiscussa (a parte i Bambini di Cold Rock che potresti anche non capirlo) e se proprio ti senti di dover scrivere qualcosa manda le tue recensioni a Cioè dove sicuramente non troverai contraddittorio ma per piacere evita i blog.

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