giovedì 27 dicembre 2012

To Rome With Love...or With Bore?


E di bello questo film ha solo il poster, o almeno questo che ho trovato io mi piace assai.
Per il resto, boh. Confusa io, confuso il film.

We really don't.

Prima Barcelona poi Paris e, gira gira, tutte le strade portano a Roma. 
Ma perchè? Per raccontare quattro storielle senza senso? Che non fanno neanche ridere? 

Woody Allen che si mette a fare una commedia corale all'italiana preferivo non ricordarlo. 

Un elogio alla città eterna fallito. Un cast stellare sprecato. Non c'è passione, non c'è bellezza, non c'è critica nè ironia. Tanto che ho il serio sospetto che questo film l'abbia scritto la figlia-moglie piuttosto che Allen, giacchè di lui non c'è niente-ente.
Oppure - e questa è la teoria più quotata - il fatto che Regia, Soggetto e Sceneggiatura dei suoi film annuali siano firmati sempre e solo da lui abbia portato inevitabilmente a farlo diventare un genio a corrente alternata. 
Ossia, un film esce bene e uno no. In uno mette le idee migliori e nell'altro quelle avanzate...sfortunatamente, il polpettone del giorno dopo ce lo siamo beccato proprio noi e la povera Roma c'è andata di mezzo.

Questo non dovevi farmelo Woody.

Niente di nuovo sotto il sole. 
Quattro episodi, tutti surreali a modo loro.
  1. Un tizio sconosciuto diventa famoso (prevalentemente per come imburra il pane alla mattina). 
  2. Un tizio americano rimembra con nostalgia la sua gioventù all'italiana (prevalentemente fatta di corna messe alla sua ragazza poco sveglia).
  3. Un tizio provinciale e sempliciotto viene a Roma, per malinteso si ritrova a spacciare una prostituta per sua moglie (prevalentemente perchè la vera moglie è la vera battona).
  4. Un tizio, produttore discografico, si sente vecchio e pur di non sentirsi vecchio convince un altro tizio a  diventare un cantante d'opera da doccia (prevalentemente perchè. non c'è un perchè.)

Prima, durante e dopo la visione di questa pellicola d'autore.

E per fortuna che i soldi per vedere questa benemerita sòla non ce li ho spesi perchè di andare ad annoiarmi sulla poltrona del cinema proprio non c'avevo voglia. Le 4 storie, per quanto ben orchestrate tra di loro, non fanno ne ridere ne piangere. Il fatto che c'era Benigni, poi, quello sì che mi ha fatto piangere.
Niente di nuovo, la prossima volta spero Mr. Allen ci metta un pò più d'impegno. Dopo essere stato il grande assente dei suoi film, è tornato e l'unica macchietta degna di simpatia in un'intera pellicola era lui.

1 psicanalista su 10 cosiglierebbe la visione di questa monotonia. Ma dopotutto, la psicanalisi è un mito tenuto in vita dall'industria dei divani. Quindi, state a casa e nascondetevici in quel divano.

 Letteralmente.

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